Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Can Yaman è atterrato in Italia, a Roma, all’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, mercoledì 30 settembre 2020, con un volo diretto proveniente da Istanbul alle ore 18:45.
L’accoglienza dell’attore turco è stata differente rispetto alle precedenti volte a causa delle restrizioni dovute al Covid-19.
Dopo aver fatto la registrazione di una puntata del programma televisivo “C’è Posta per Te” condotto da Maria De Filippi e che andrà in onda il prossimo gennaio, Can è partito alla volta di Milano.
Ieri, giovedì 1 ottobre 2020, si è recato presso gli studi di Cologno Monzese per essere intervistato da Silvia Toffanin.
Vedremo l’intervista all’interno del programma di Canale 5 “Verissimo”, in onda ogni sabato alle ore 16:00.
La puntata sarà trasmessa sabato 10 ottobre 2020, perché Can non è stato inserito nella pubblicità andata in onda oggi. Lo studio sarà vuoto, senza pubblico.
Silvia Toffanin, conferma la presenza di Can Yaman a Verissimo sabato prossimo, 10 Ottobre 2020.
Noi, fan di Can Yaman, attendiamo questa intervista da molto tempo, siamo in trepidazione, perché sappiamo la delicatezza con cui la signora Toffanin si pone nei confronti dei suoi ospiti.
Prepariamo i fazzoletti, ci sarà da emozionarsi!
10 Ottobre 2020
A noi è parso un Can Yaman molto emozionato, ma le sue risposte sono state molto esaustive. Come sempre!
È emersa la sua professionalità, la sua competenza nell’affrontare l’intervista in lingua italiana, parlando della sua vita in maniera molto umile, raccontando anche particolari della sua infanzia.
E’ emersa tutta la sua dolcezza e la sua spontaneità, un ragazzo d’oro che ama il suo lavoro, la sua famiglia e il suo pubblico.
Non è un sognatore ma un perfezionista che ama, però, farsi sorprendere dalla vita: non ha aspettative ma cerca tutte le opportunità che possono dargli delle belle soddisfazioni.
Noi che lo conosciamo molto bene, abbiamo anche letto tra le righe del suo discorso, come per esempio la fine del suo ultimo lavoro Bay Yanlış lo abbia rattristato.
In esso lui sicuramente ci ha creduto molto impegnandoci tante energie.
Anche questo diventerà un successo a livello mondiale come merita.
Lui è sicuramente una star internazionale, ma non traspare nulla da “Divo” anzi è come l’amico della porta accanto.
In questa intervista la sua anima pura è uscita: si vede un uomo dolce, intelligente, professionale, che ama tutto quello che fa e tutte le persone che lo sostengono.
Poi che sia anche BELLO questo è innegabile, ma tale lato non è niente paragonato quello che può darti la sua anima. Certo, tutto dipende dagli occhi di chi lo guarda.
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Lo stavate aspettando, lui è una star internazionale, un idolo ormai, direttamente dalla Turchia, per la prima volta a Verissimo, Can Yaman.
Silvia Toffanin: Benvenuto!
Can: Grazie mille. Grazie per avermi ospitato.
Silvia Toffanin: Come stai?
Can: Sto molto bene e tu?
Silvia Toffanin: Bene. E’ da un po’ che il pubblico italiano ti aspetta.
Can: Purtroppo c’è molto silenzio. E’ silenzioso perché non c’è nessuno.
Silvia Toffanin: Non c’è nessuno. Siamo solo io e te.
Can: Non sono abituato senza folla.
Silvia Toffanin: Eh lo so, perché tu quando ti muovi, si muovono le folle di donne, di ragazze e non solo che ti cercano. Ti fa piacere tutto questo affetto?
Can: Sì, mi ha cominciato a far piacere. Due anni fa non ero abituato. Ora sono molto abituato. E quando non c’è folla mi sento più disturbato.
Silvia Toffanin: Il pubblico non c’è perché insomma siamo in una situazione così in Italia, però tu invece come lo stai vivendo nel tuo paese questo momento con il Covid?
Can: Da tre mesi ero già sul set, quindi mi svegliavo alle nove, fino a mezzanotte, forse anche di più, lavoravamo, quindi mi occupava tutto il tempo, e ora che è terminata, è stata terminata, sono arrivato qui e vediamo cosa combinerò, non lo so.
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Silvia Toffanin: Ti piace l’Italia?
Can: Mi piace molto l’Italia, sì.
Silvia Toffanin: L’Italia ti ama. Da un po’ sei un personaggio molto richiesto. Lo senti tutto questo affetto?
Can: Sì, cioè è importante che, sento un affetto, un amore al 100%, molto puro, perché la gente non è che viene da me a fare foto solo perché sono famoso. Davvero mi adorano, mi rispettano, mi amano e guardano tutti i lavori che faccio e quindi io vedo questo…Questa è una cosa che mi commuove molto. Mi emoziona molto.
Questa cosa non la capivo tre anni fa. Cioè non la percepivo. Ora ho cominciato a capire meglio tutte queste robe e quindi è una cosa molto emozionate per me.
Cerco sempre di essere garbato con loro. Se qualcuno vicino a me proteggendomi diventa sgarbato io li avverto sempre, “state calmi, io sono calmo” e quindi amo riunirmi con loro. Quando creano una folla, mi piace e vado sempre a salutarli.
Silvia Toffanin: Tu parli così bene l’italiano perché hai fatto il liceo italiano. Io ti ho preparato un filmato che racconta tutta la tua storia, sin da quando eri un bambino. Guardiano…e tutto il tuo successo.
VIDEO: Sogna spesso di aprire le ali, sorvolare gli oceani e di essere libero come un Albatros.
Coraggioso e guerriero Can Yaman è sempre pronto ad attraversare nuovi confini, senza dimenticare i profumi della sua terra, la Turchia. Cresce a Istanbul tra l’amore di mamma Güldem, il suo punto di riferimento e l’affetto di papà Güven, il suo grande idolo. Tra i vicoli della città, passa interi pomeriggi a rincorrere la palla e fare canestro con i suoi amici.
E’ un bambino intelligente, studioso. Così si iscrive al liceo italiano. Lui sa che frequentare una scuola internazionale in Turchia, può offrirgli più opportunità di lavoro in futuro.
E il futuro di Can è già deciso. Lasciati i banchi del liceo, passa a quelli dell’università, facoltà di legge. Il mondo del tribunale, sembra essere ormai la sua strada. Per migliorare la dizione, studia recitazione. E’ qui che capisce che il suo destino in realtà è un altro: fare l’attore.
Dal 2014 gira una serie tv all’anno. In Italia si fa conoscere tre anni dopo, prima con la soap Bitter Sweet: Ingredienti d’Amore e poi con Daydreamer: Le Ali del Sogno. Per interpretare il suo personaggio si è dovuto allenare duramente per sei mesi.
Italia, Spagna, Grecia, la Soap è stata venduta in 21 Paesi, diventando un vero e proprio fenomeno mondiale.
Seguitissimo sui social da più di 7 milioni di follower, per la sua interpretazione ha vinto moltissimi premi, come quello di “Uomo dell’Anno” di GQ.
Poi ha interrotto i suoi progetti e stravolto il suo look, tagliando barba e capelli per svolgere il Servizio di leva obbligatorio in Turchia.
Una breve pausa che gli ha permesso di tornare con ancora più grinta e carica sul set. E lui che per tanto tempo ha cercato il suo posto nel mondo, ha finalmente capito dov’è. E’ proprio lì. Dove batte il cuore, finisce il sangue, il respiro e ci si sente vivi.
Silvia Toffanin: Ti piace rivederti oppure sei uno che non si rivede?
Can: A me piace rivedere la serie, le puntate le guardo sempre, dal punto di vista professionale, cos’abbiamo combinato. Però vedere me stesso non è una cosa che… è bello vedere questo ma non sono abituato.
Silvia Toffanin: Qui sei tu a dodici anni. Che ragazzino eri? Che bambino sei stato?
Can: Cominciamo da zero?! Sono nato e per tre anni è stata la mia nonna ad occuparsi di me, perché in quel periodo mia mamma e mio papà non era così agiati e facevano fatica. Avevano tante difficoltà. Quindi la nonna è stata coinvolta per prendersi cura di me.
Dopo tre anni mia mamma aveva cominciato a lavorare fuori città, quindi viaggiava spesso, fuori Istanbul. Quindi ho cominciato a stare con l’altra nonna. Perché la mamma di mia madre si era trasferita a Bodrum, che si trova a sud della Turchia. Lei è andata lì e quindi io ho cominciato a stare con la madre di mio padre e lì abbiamo avuto un infanzia, un periodo un po’ complicato, un po’ complesso.
Poi quando avevo 10 anni mio padre ha cominciato a guadagnare bene, per quattro anni eravamo proprio agiati, stavamo bene. A 14 anni quando io ho scelto di fare il liceo italiano, nel primo anno preparatorio, il lavoro di mio padre è andato proprio male quindi io avevo questo “pericolo” di andare in una scuola dove non si paga, perché al liceo italiano si pagava.
Dopo il primo anno della scuola io ho guadagnato, ho vinto una borsa di studio, perché ero il primo della scuola. Perché io sono un po’ portato per le lingue, mi piace pure l’italiano, per questo ho scelto il liceo italiano. Avevo già imparato l’inglese e l’italiano lo volevo imparare bene.
In un anno io lo parlavo già molto bene.
Ora è da 10 anni che non parlo proprio l’italiano però, in quel periodo studiavo molto perché il liceo italiano durava cinque anni, ero italianizzato. Ero molto avanti e tutte le materie erano in italiano e i professori tutti italiani, erano come amici per me.
Ero un bambino studioso e quella borsa di studio mi ha salvato la vita. In questi cinque anni mio padre non guadagnava nulla e mia madre si è rimboccata le maniche ed io studiavo, vincevo la borsa così continuavo “la vita”.
5 anni li ho passati così. All’ultimo anno ho vinto un’altra borsa di studio per gli Stati Uniti. Praticamente funzionava così 3000 studenti su tutta la Turchia, i più bravi della Turchia, hanno partecipato.
Hanno frequentato un esame in cui si testava l’inglese, la cultura generale etc etc… e solo in 36 studenti hanno vinto, sono stati selezionati. Io ero l’unico che frequentavo il liceo italiano, avevano scelto me per frequentare questo esame.
Io ho vinto questa borsa di studio ed ero tra i 36 studenti che andava negli Stati Uniti. Nell’ultimo anno del liceo italiano sono andato in America e ho fatto lì un anno di liceo.
Sono tornato ho vinto un’altra borsa di studio per la giurisprudenza nella pallacanestro, perché bisognava pagare ed io non volevo, non potevo pagare e quindi vincevo sempre la borsa di studio. Quindi ho fatto Giurisprudenza così per quattro anni, ed è così che ho cominciato a fare l’avvocato.
Questa è la sintesi della mia vita.
Silvia Toffanin: E tu prima di fare l’attore un po’ hai lavorato in ufficio, in una società…
Can: Si, dopo quattro anni di Giurisprudenza, ho fatto un anno di stage e dopo ho cominciato a lavorare come avvocato in una ditta molto internazionale, che si chiama “PricewaterhouseCoopers” come avvocato di tasse e commercio.
E per 6 mesi io mi sono annoiato a morte, perché io sono iperattivo e non posso stare fermo. In azienda erano tutti seduti, tutti al computer e poi sono andato in vacanza a Bodrum dove vive la mia nonna e lì ho conosciuto i miei agenti, che sono ancora i miei agenti ora. Loro hanno cominciato ad impartirmi lezioni di recitazione ed è così che la mia vita è cambiata, diventando un attore. E ora sono qui!
Silvia Toffanin: Sei contento di questa strada?
Can: Si, si. Sono contentissimo.
Silvia Toffanin: Ti ricordi il primo ciak? Il primo giorno di questa nuova professione? Com’è stato, eri emozionato?
Can: Io di natura sono una persona molta tranquilla. Godo molto quando ricevo delle occasioni nuove. Mi piace buttarmi in occasioni differenti tra loro, in cui non sono abituato.
Ho imparato molto bene a controllare la mia emozione durante lo studio o quando facevo l’avvocato, quando giocavo a pallacanestro oppure facevo delle partite.
Ho avuto tanti esami nella mia vita e quindi quando ho cominciato a fare l’attore, è una cosa che ti emoziona molto. Però io mi ricordo il primo giorno del mio set, io ero molto tranquillo.
Essere così tranquillo mi ha aiutato molto ad imparare le cose. È stato come buttarsi in un mare senza sapere nuotare e cominciare a nuotare così…
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Silvia Toffanin: I tuoi genitori sono contenti di questa tua strada che hai intrapreso?
Can: Sì. Mio padre è una persona molto tranquilla, qualsiasi cosa tu fai, conta molto su di me, si fida sempre di me. La mia mamma è sempre quella più preoccupata, perché sai, non abbiamo avuto tante prove nella vita. E come mamma, la mamma è sempre colei che si preoccupa di più, in ogni cosa. Come tutte le mamme.
Ora ho 30 anni e la mia mamma ha superato queste preoccupazioni, perché si preoccupava di più nel passato. Ora è più tranquilla anche lei.
Silvia Toffanin: A parte che tua mamma è giovanissima…
Can: Si, lei è giovanissima. All’inizio di quest’anno era obbligatorio fare il servizio militare e quindi io sono dovuto andare e frequentare il servizio militare. (Guardano la fotografia con la mamma) E questo è l’ultimo giorno di servizio e lei è venuta a trovarmi e abbiamo fatto questa foto. Poi è cominciata la quarantena, con lei abbiamo ballato il tango.
Lei balla il tango da tre anni e ora è molto brava. Lei mi ha insegnato il tango durante la quarantena. Nella mia nuova serie Signor Sbagliato, che è stata terminata recentemente, nella settima puntata, grazie a quel periodo in cui lei mi ha insegnato, abbiamo utilizzato questa cosa e abbiamo ballato il tango con la mia partner.
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Silvia Toffanin: Che bello! Com’è stata l’esperienza del servizio militare? Prima di tutto ti sei dovuto tagliare i capelli…
Can: Si, si, bisogna tagliare i capelli per andare al servizio militare.
Silvia Toffanin: Ti è dispiaciuto?
Can: No. Io avevo “allungato” i capelli per il personaggio che recitavo, per Le Ali del Sogno, come conoscete voi qua.
Questi capelli mi sono andati molto bene però già se non fossi andato al servizio militare pensavo di tagliarli, per un altro personaggio che creavo, perché non mi piace restare sempre uguale, ripetere lo stesso personaggio.
A me piace sorprendere! Nel senso che quando scelgo un progetto, una serie oppure un film, mi piace cambiare.
Silvia Toffanin: Tu sei andato al servizio militare che eri già super famoso, Come ti hanno accolto i tuoi colleghi?
Can: Erano un po’ scioccati. Erano agitati quando mi vedevano. E’ andato molto bene perché lì ho conosciuto gente che non avrei mai conosciuto nella mia vita.
Ho avuto un’occasione per contemplare, riflettere e vedere altre persone molto differenti.
Perché lì arriva gente da tutta la Turchia. Quindi conosci gente davvero interessante. Era interessante per loro, anche quando mi hanno visto. Era una cosa reciproca.
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Silvia Toffanin: Prima abbiamo parlato di Daydreamer, che vuol dire “Sognatore”. Tu sei un sognatore ad occhi aperti?
Can: Sognatore?! Io?!
Silvia Toffanin: Sogni ad occhi aperti come il titolo di questa serie?
Can: Io non sogno molto. Mi piace sognare. Sognare è una cosa interessante. Io vivo nel presente. Pensare al futuro oppure al passato mi stressa molto. Io cerco di evitare lo stress, le cose che mi creano stress. Uno di questi è pensare. Io per questo non sogno. Io decido invece di sognare! Decido di fare una cosa. Non sogno. Quando ero bambino un po’ di più, ora sono molto “Terra Terra”, si dice così…Sono nell’oggi, non penso nemmeno al domani.
Silvia Toffanin: Pensiamo ad adesso. Alla nostra intervista. Io ti ho preparato, a proposito di sogni, la tua storia d’amore. La storia d’amore tra Can Divit e Sanem. La vostra storia fa molto sognare. L’ho raccontata oggi per te…Ti va di vederla?
Can: …si!
VIDEO: Prima di conoscere il grande amore vagava senza una direzione. Poi ha capito che ogni passo fatto, era un passo verso di lei.
Can e Sanem. Anime diverse. Dal destino già scritto. Lui fotografo di successo e spirito avventuriero, lei anima romantica, con il sogno di diventare una scrittrice.
Quando si incontrano per la prima volta è subito passione. Non si vedono in viso, ma è come se le loro anime si riconoscessero al buio.
I due lavorano insieme nella stessa agenzia pubblicitaria, poi lui capisce che la ragazza del misterioso bacio è proprio Sanem. E riconoscerla è come ritrovarla e profondamente amarla.
Proprio su quel palco Sanem ritrova in Can quell’uomo che l’ha fatta innamorare perdutamente. Ma Sanem così sensibile, viene costretta a spiare e boicottare tutti i progetti del suo Can.
Bugie, tradimenti e incomprensioni lacerano il loro amore. Lei sa che di qualsiasi cosa siano fatte le loro anime. La sua e quella di Can sono fatte della stessa sostanza.
Sanem riesce a ritornare tra le sue braccia, ma si sa che a volte il destino si diverte a tenere gli innamorati sulle spine come un amante distratto.
Can e Sanem riusciranno a vivere il loro amore per sempre?
Silvia Toffanin: Ti assomiglia un po’ Can Divit?
Can: Si. Tutti i miei “caratteri” (personaggio) che recito, io aggiungo sempre da me stesso. Qualcosa di mio. A me piace trasformare i personaggi, da un certo punto all’altro. Isolando dalla sceneggiatura. Io stravolgo la sceneggiatura un po’.
Anche in Signor Sbagliato, la mia nuova serie che è terminata, pure quel personaggio mi assomiglia molto, anche Can Divit mi assomiglia molto, ma sono due personaggi diversi. In tutti i personaggi c’è una punta di me.
Silvia Toffanin: Siete diventati amici con Demet?
Can: Si, amici. Lei è molto importante per me lo dico sempre, lo ripeto sempre. Sarà molto importante e speciale per me. Lei mi ha insegnato molto, mi ha dato tanta espressione. Il mio modo di recitare è stato sempre naturale, naturalezza e quindi è stata una cosa reciproca. Io faccio una cosa, lei ne fa un’altra e quando si unisce diventa… Booom. È stato molto particolare.
Silvia Toffanin: Era la prima volta che lavoravi con lei?
Can: Si, si. Spero di lavorare insieme, forse in futuro. Vediamo. Chissà.
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Silvia Toffanin: So che nel tuo viaggio a Roma hai incontrato Özpetek…il regista Ferzan Özpetek. Ci sarà un progetto di un film insieme…che a te piacciono le sfide.
Can: Si, si. E’ la prima volta che ci incontriamo. E’ stata una cosa molto simpatica, carina. Con lui parlavamo spesso sul telefono, su WhatsApp etc, questa volta abbiamo trovato l’occasione di incontrarci e speriamo di fare una cosa insieme. Una cosa molto bella. Speriamo. Vediamo. Magari un film insieme.
Non si sa. Non si può dire qualcosa ora. Sarebbe troppo presto dire una cosa specifica. Abbiamo intenzione e la volontà.
Silvia Toffanin: Tutto il pubblico femminile italiano vuole sapere questa cosa. Sei innamorato Can?
Can: Ora no, no. Sono single.
Silvia Toffanin: Ma ti farebbe piacere avere una fidanzata? O stai bene da solo?
Can: Si, mi farebbe piacere. A chi no?
Silvia Toffanin: Bè c’è chi sta. Hai trent’anni e potresti anche dire, bè sto bene anche da solo. Invece ti piacerebbe avere una compagna con la quale condividere i momenti…
Can: Bè queste cose non si possono pianificare. Vediamo. Io sono sempre aperto alle cose che la vita mi porta, anche se pianificassi, la vita mi sorprenderebbe, quindi aspetto.
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Silvia Toffanin: Tu ti sei innamorato tante volte nella tua vita?
Can: Ah. Una domanda pericolosa dire questo, perché sai…massi, io mi innamoro di tutte le cose che faccio.
Se io sono con qualcuno, vuol dire che sono innamorato. Sennò perché starei insieme?
Ma sono anche innamorato del mio lavoro. Io quando faccio una cosa, per esempio una puntata, la vedo dieci volte, perché amo ciò che faccio. Non posso tollerare che fallisce una cosa, che si sbaglia.
Anche nel liceo ero bravo perché amavo l’italiano, sono un po’ perfezionista e quando faccio una cosa vuol dire che la amo. Amare è importante.
Silvia Toffanin: E’ il motore della vita l’amore.
Can: Si, è sempre la motivazione amare. E’ un sentimento che ti motiva, no?
Silvia Toffanin: Ti piacerebbe un giorno diventare papà? Ci pensi?
Can: Certo. Come ti ho detto già prima io non penso, io faccio. Non penso. Perché pensare? Non serve a niente pensare. Io vivo, cerco di vivere bene.
Se penso complico le cose. Pensare non è utile. Quindi agisco. La cosa bella di essere attore è “il non sapere”.
Non sapere dove sarò tra 10 anni e non sapere cosa combinerò… Non sapere è una cosa buona. A me piace non sapere.
Silvia Toffanin: Ti piace non sapere? Quindi vivi così…giorno dopo giorno.
Can: Mi lascio sorprendere. Se avessi pensato tre anni fa che sarei stato qui, non ci avrei pensato, non avrei sognato niente di questo.
Sognare non ti serve, lasci e le cose arrivano, succedono.
Can Yaman a Verissimo: il nostro Aslan intervistato da Silvia Toffanin
Silvia Toffanin: Innanzitutto io ti devo dire che parli l’italiano benissimo.
Can: Grazie mille.
Silvia Toffanin: Ma una cosa incredibile. Noi avevamo pronto il traduttore ma tu hai fatto l’intervista in italiano perfetto.
Can: Grazie mille. Ero molto più bravo dieci anni fa nel liceo. Mi chiedevano dove avessi imparato il turco. Pensando che io fossi italiano. Ora non sono così bravo secondo me, cioè confrontando con il passato.
Silvia Toffanin: Comunque ti giuro che, sei promosso 10 e lode.
Can: A volte ho difficoltà nel ricordare le parole. Ma, mi “arrivano”.
Silvia Toffanin: Arrivano perché ce le hai.
Can: Ce le ho nel sangue, sì.
Silvia Toffanin: Ti chiedo un’ultima cosa. Sei un uomo felice anche se tu guardi l’oggi, adesso, il momento?
Can: Sono un uomo molto felice. Molto felice.
Silvia Toffanin: Ti ringrazio.
Can: Grazie mille.
Silvia Toffanin: “Jan”, che l’ho pronunciato bene?
Can: “Gian”
Silvia Toffanin: Can Yaman. Alla prossima!